venerdì 16 dicembre 2011

Il negozio del fotografo

E' notte fonda, fuori fa freddo e sai che prima o poi devi rientrare in casa. 
Sei ancora dentro al pub, ordini la birra della staffa e cerchi di masticare meno parole possibili pur di finire il solito "grande discorso" di fine serata con l'ultimo amico rimasto (in piedi). Finisce tutto in meno di dieci minuti  e l'unica cosa che puoi fare è alzare il bavero del cappotto, affrontare l'uscita del locale e dirigerti verso la macchina. 
Hai parcheggiato a due incroci più in la e tu non hai fretta. Mano in tasca, accendi l'ultima sigaretta e ti avvii. Primo semaforo e pensi di non essere poi così ubriaco. Al Secondo, superato l'ultimo incrocio, pensi solo al freddo e a quella gran topolona sconosciuta che fumava di fianco a te, meno di un'ora fa. 
Mancano pochi metri, ma il tuo sguardo assonnato, molto assonnato, quasi con gli occhi a fessura, si corica, letteralmente, sulla vetrina di uno studio fotografico del centro. 
Lo sapete come sono fatte no? Tutte uguali. Banalmente identiche. In pratica noti subito la foto di due bimbi sullo scaffale della parete centrale. Poi, quattro parenti intere, tappezzate di foto giganti, neanche fossero dei Renoir, di spose. Lo sposo, ovviamente, è confinato in qualche parte invisibile ad occhio nudo, un po' qua e un po' la, che per trovarlo devi leggerti le istruzioni del famoso gioco pubblicato all'interno della settimana enigmistica "Trova l'intruso". 
Guardi le spose e sembrano quasi tutte dei capolavori di ritrattistica. Alcune pompose, altre soddisfatte, altre, ancora, con le gote rassegante all'incipiente vecchiaia. Proprio lì, in vetrina, ce ne sta pure una che sorride con un solo lato della bocca. Ma come fa?
La macchina è vicinissima e da quella vetrina non ti sposti. Birra finita, sigaretta finita e fuori fa freddo; molto freddo. Chissà chi fra queste donne è ancora sposata, chi ha un figlio e chi fa collezione d'amanti. Immagini che beffa sarebbe se la maggior parte di loro fosse già separata o divorziata? Eppure sono là, appese ad un muro che sorridono e ostentano l'enigmatica ragione per cui una donna sposata è felice. Ma lo sposo dov'è? Io sono sempre stato scarso nel trovare l'intruso, ma so per certo che se l'avessi trovato, lo sposo dico, avrebbe lo sguardo di uno che ha speso un sacco di soldi per non finire, poi, neanche in una squallida vetrina di un fotografo puzzone che vive in centro. 
Quella sera la vita l'ho presa così. Tu vivi grandi amori, gli altri ti fotografano felice e poi appendono in vetrina solo il sorriso di lei. Tu, in realtà, sei sempre stato l'intruso. Altra birra, altra corsa. Fra poco raggiungo l'ultimo pub della città, ma bisogna parlar piano, perché l'intruso beve sempre da solo e in silenzio. 
(A.M.)

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